Capalbio si trova nella zona più a sud della costa grossetana, tanto che il suo comune confina con la provincia di Roma, ed è quindi l’ultimo lembo della Maremma Toscana.Si tratta di un piccolo borgo medioevale che è riuscito a conservare tutta la sua tranquillità.

Ambiente e territorio

Il paese si trova a circa 200 metri dal mare, su di una piccola collina. La zona in cui si trova è abbastanza isolata, e circondata solo da macchia mediterranea: il borgo conserva intatto il suo aspetto tranquillo ma selvaggio. I centri abitati qui intorno sono rari a causa del fatto che per secoli la zona è stata infestata dalla malaria e quindi deserta. Quindi la macchia si estende tutto intorno, dal litorale fino all’entroterra. Vicino al mare prevale la macchia, ricca di ginestre, timo camomilla ed eucalipto, mentre nell’area più interna la terra è coltivata. Prevalentemente si coltivano frumento, mais, e ortaggi, ma sopratutto viti ed ulivi; è molto sviluppato anche l’allevamento dei bovini. Si possono trovare querce e lecci, e gli ulivi circondano questa terra incontaminata. La fauna è tipicamente appenninica, con cinghiali, daini, lepri e molte varietà di uccelli. Siamo a soli 7 km dalla trafficatissima Via Aurelia.
Dall’alto del paese si domina tutta la zona, da una parte verso il Lazio e dall’altra si può vedere l’Argentario, tutta la Maremma e il mare. Le spiagge sono bianche e morbide, ricche di minerali tanto da brillare alla luce del sole. C’è anche il lago salato di Burano, che per via della scarsa profondità del fondale è popolato di anatre tuffatrici come le morette, le canapiglie e i moriglioni; si può avvistare anche il cormano e il falco di palude.

In quest’area, solitamente vicino alle piante di corbezzolo, vive anche un particolare tipo di farfalla, la charaxes jasius, chiamata comunemente ninfa del corbezzolo. Si tratta di una delle più belle e grandi farfalle presenti in Italia, dai toni aranciati e riflessi verdi, attraversate da una striscia argentata, oltre a guarnizioni rosse e bianche, con le ali che hanno due code. Ormai moltissime varietà di farfalle, oltre a quelle di questo tipo, sono diventate rare; negli ultimi venti anni se ne sono estinte ben il venticinque percento.
Davanti a Capalbio c’è la Riserva di Burano, e sempre a poca distanza si trovano il Parco della Feniglia e l’Oasi di Orbetello, tutti entro solo 15 km di costa.

Storia ed archeologia

Questa zona era già abitata dagli Etruschi, anche se in seguito fu scarsamente popolata a causa della malaria che infestava l’area.Sono stati inoltre ritrovati moltissimi resti di ville e fortificazioni romane.
Il nome probabilmente deriva da caput album o campus album, per l’alabastro bianco che caratterizza questo luogo. Il castello è uno dei più antichi d’Italia e risale addirittura all’VIII sec. dopo Cristo.In questo periodo, per paura di incursioni nemiche, i borghi vengono racchiusi in rocche; quindi le potenti famiglie feudali trasformano i castelli in fortilizi, per potersi meglio difendere dagli assalti.Agli inizi del XVI secolo finalmente cominciarono a sorgere edifici anche fuori le mura. Nella romanica pieve di San Nicola sono presenti affreschi tardo gotici.La torre che invece si innalza vicino al lago di Burano è una splendida e massiccia torre seicentesca, costruita dagli spagnoli che occuparono queste terre in quel periodo. Il comune passò quindi in mano ai Medici, che cercarono di risanare il territorio dalla malaria, impiantando pinete e proteggendo i querceti presenti. Tuttavia dopo pochi anni la popolazione andava diminuendo e il borgo quasi scomparve. A metà del Settecento Pietro Leopoldo di Lorena cercò di continuare l’opera che era stata dei Medici, inviando a verificare le condizioni di queste terre il gesuita Ximenes. Nonostante le pessime condizioni dell’area i Lorena decisero di bonificare la zona, prosciugando le paludi e rendendo coltivabili vasti terreni. La bonifica continuò con Leopoldo II; infine dopo l’annessione al Regno d’Italia si cominciò a chiudere la foce del lago di Burano, per cercare di evitare il paludismo.Il risultato fu che Capalbio era ancora una delle zone più insalubri della Maremma.Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale si riuscì a risanare il territorio, grazie all’opera dell’Ente Maremma che si occupò della bonifica, del frazionamento e dell’assegnazione dei terreni in seguito ad un decreto ministeriale.Nel 1960 divenne un comune autonomo, staccandosi da quello di Orbetello da cui era stato precedentemente amministrato.

Enogastronomia

Capalbio è vissuto da sempre di caccia e pesca, tanto che ancora sono presenti diverse sagre che ne testimoniano la tradizione gastronomica; le principali sono quelle del cinghiale, del pesce e delle lumache, che si svolgono tutte in periodo estivo.
Salendo per la strada che porta al paese è possibile acquistare e bere vino; una delle migliori produzioni di questo territorio è il vino bianco Ansonaco.

Strutture di accoglienza:

Strutture consigliate:

  • La Locanda Rossa

    Immerso fra le 3200 piante di olivo Leccino, Moraiolo e Frantoio, sulle meravigliose colline della Maremma Toscana, si trova la “Locanda Rossa”, Resort con 12 camere di cui 7 Superior, 2 Junior Suite e 3 Standard. La Locanda Rossa propone anche una SPA con Hamman, Sauna, Bagno Turco, Doccia Emozionale Scopri la struttura…