Cenni introduttivi
Monterotondo Marittimo è una piccola cittadina in provincia di Grosseto, ed è un importante centro dell’industria geotermica, con alcune centrali sul lato sud delle Colline Metallifere e impianti per l’estrazione dell’acido borico.
Ambiente e territorio
Dista 90 km da Grosseto e si trova a nord ovest della provincia, al confine con la provincia di Pisa.
Si trova a 540 metri di altezza, nell’alta valle del Milia, un affluente di sinistra del Cornia; in questa valle prevalgono boschi di castagni e prati, ma anche colture di cereali, foraggio ortaggi e soprattutto olivi e viti. Tuttavia il territorio è famoso per essere ricco di soffioni boraciferi, che si sprigionano dal sottosuolo a temperature che variano tra i 100 e i 160 °C, molto sfruttati dalle industrie geotermiche.
Ad un passo dal borgo, si trova inoltre un parco, il Parco del Biancane, in cui si possono ripercorrere le tappe di queste industrie. A sud, è possibile visitare il lago e una sorgente, detta Sorgente di Chiorba, da dove sgorga acqua a temperature molto elevate. Il parco è tutto incentrato su queste sorgenti: nella parte superiore, si trova l’area principale, dove si possono visitare, soffioni, gayser, solfatare, fumarole e mofete. La temperatura inusualmente calda dovuta a questi fenomeni permette la crescita, anche a questa altezza di sugheri e l’erica. Da questo punto si possono ammirare sia il panorama delle Colline Metallifere che il Mar Tirreno.
Storia ed archeologia
Il paese ha un’origine medioevale; il suo nome deriva dal latino Mons Ritundus, che indicava la forma del colle dove si trova il paese. Inizialmente l’abitato faceva parte dei possedimenti dell’abbazia di Monteverdi Marittimo, vicina a Pisa; successivamente passò sotto il controllo degli Alberti e, nel Duecento, sotto il dominio di Massa Marittima, che lo dominò fino a metà del Trecento.
Dopo la caduta di Massa, Monterotondo divenne territorio della Repubblica di Siena e a metà del Cinquecento fu annesso al Granducato di Toscana, di cui seguì le sorti.
Nel 1777, si ebbe una importante svolta nella storia del borgo; a poca distanza dal centro storico, fu scoperta, all’interno del Lagone Cerchiaio, la presenza dell’acido borico. Agli inizi dell’Ottocento, era già presente un impianto di estrazione, che fu potenziato nel 1815, permettendo al paese di diventare il principale produttore mondiale di acido borico. L’attività, forte dell’impiego dei suoi derivati in medicina e nell’industria, proseguì fino al 1870.
Agli inizi del Novecento fu eseguito a Larderello, a pochi chilometri da Monterotondo, il primo esperimento per lo sfruttamento dell’energia geotermica, e dagli anni Sessanta fu realizzato l’impianto che si trova davanti Monterotondo Marittimo.
Da visitare
Chiesa di Santa Croce:
La chiesa fu edificata nel Medioevo, in stile romanico-gotico e fu una delle più importanti sedi dell’ordine di Sant’Agostino di tutta la Maremma; vi si accede da un piccolo sentiero che conduce al Monte Santa Croce, dove si trova questo eremo.
Santuario del Frassine:
Si tratta del più importante santuario mariano della Maremma; la sua notorietà deriva dalla chiesa di Santa Maria in Frassineto. La sua fama è dovuta al fatto che la statua che si trovava all’interno della chiesa scomparve, per essere ritrovata tempo dopo da un contadino vicino ad un frassino; la prima idea fu di riportarla subito in chiesa, ma in quel luogo cominciarono a susseguirsi miracoli, tanto che si decise di lasciare lì la statua, interpretando così la volontà della Madonna.
Bagni del Re Porsenna:
I bagni si trovano tra la valle del Cornia e la collina del Frassine; si tratta di un antico centro termale risalente al 500 d.C., periodo in cui nell’area dominavano i Longobardi. Questo centro fu molto popolare per quasi due secoli, dopo la sua realizzazione.
Rocca degli Alberti:
La rocca fu costruita dagli Alberti alla fine del 1100, quando il borgo fu sotto il loro dominio, ma venne completamente distrutta nel Cinquecento dai Medici. I resti del castello sono stati recentemente restaurati.
Castello di Cugnano:
Vicino al Milia, su un piccolo rilievo a circa 400 metri di altitudine, vicino a Poggio Trionfi, si trovano i resti di questa antica rocca. Fu costruito dagli Aldobrandeschi agli inizi del Trecento; passò poi nelle mani dei Pannocchieschi e di Massa Marittima. Originariamente la rocca doveva servire come base per lo sfruttamento dei giacimenti di rame e d’argento, come testimoniano gli studi dell’Università di Siena e dell’Università dei Paesi Baschi. In quest’area è presente anche un altro castello, chiamato Rocchetta Pannocchieschi, probabilmente anch’esso collegato all’intensa attività mineraria che si è sempre svolta in questi luoghi, oggetto di scavi e studi sempre da parte dell’Università di Siena.