Cenni introduttivi
L’isola del Giglio si trova nell’arcipelago toscano, di fronte al promontorio dell’Argentario e insieme con la vicina Isola di Giannutri forma il comune dell’Isola del Giglio; è una delle maggiori aree turistiche della costa maremmana.
Ambiente e territorio
L’isola dista solo 13 km dall’Argentario, ed è composta di una struttura prevalentemente granitica, con coste alte e scoscese; si eleva per quasi 500 m nel suo punto più alto, Poggio della Pagana. Grazie al clima mite e con scarse precipitazioni, offre un piacevole soggiorno anche durante l’inverno.Queste condizioni rendono l’isola particolarmente adatta alla coltivazione della vite, dalla quale si ricava l’Ansonaco, un vino dorato che era già famoso in epoca romana.Dove il terreno non è roccioso si estende la macchia mediterranea ricca di cisti, ranni, lentischi ed eriche, ma anche corbezzolo, ciclamini e caprifoglio.Gli arbusti sono limitati ad olivi, lecci, castagni, fichi e pini, mentre la fauna è abbastanza varia.Si possono incontrare conigli selvatici e mufloni, ma soprattutto numerosi uccelli, come le beccacce, la berta, la tortora, il barbagianni, il cormano, la poiana, il gabbiano reale e il falco pellegrino. La popolazione ittica è quella tipica del Tirreno, con ancora una buona presenza di Pinna nobilis, detto anche “grande nacchera”, cernia, dentici e saraghe.Poiché l’attività agricola e l’allevamento avevano provocato la progressiva scomparsa della naturale vegetazione, a partire dagli anni Cinquanta c’è stato un progressivo rinboschimento, soprattutto nella zona orientale dell’isola, con soli pini, domestici e marittimi.
Giglio Porto, che si estende in una insenatura della costa orientale difesa da due moli e riparata da alture terrazzate con vigneti, si può raggiungere da Porto Santo Stefano, unico imbarco per le piccole isole di quest’area.
L’Isola del Giglio fa parte del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
Storia ed archeologia
L’area era già abitata nel Neolitico, successivamente venne occupata dagli Etruschi e poi dominata dalla potente famiglia romana dei Domizi Enobarbi.Si presuppone che la villa romana, i cui resti sono stati rinvenuti vicino al porto, appartenesse a questa famiglia. Inoltre l’isola viene citata negli scritti del poeta romano Namaziano e da Giulio Cesare nel De Bello Gallico. Le attività prevalenti erano l’agricoltura e la pesca, ma anche attività estrattiva, poiché sono presenti giacimenti ferrosi e di granito, base naturale della piccola isola.
Nel Medioevo l’isola si trovò nelle mani della famiglia degli Aldobrandeschi, finchè non passò al comune di Perugia.Dal Duecento al Quattrocento fece parte dei domini prima di Pisa, e poi di Firenze. Nel 1446 Alfonso d’Aragona occupò l’isola, trasformandola in una colonia.Ma intorno al 1460 fu rivenduta a Papa Pio VI. A metà del Cinquecento fu annessa al Granducato di Toscana, seguendone le vicende.
Risalgono a questo periodo la rocca e il castello, in cui si trova Giglio Castello, frazione in cui ha sede il comune di Isola del Giglio. Passando per una stretta strada che costeggia i vigneti si arriva in questo forte, che si trova ad un’altezza di 400m circa. Il paese ha conservato l’aspetto di un piccolo borgo: si trova in cima a un’altura, chiuso tra le mura medioevali con torri cilindriche e rettangolari.Principalmente è composto di case di pietra vicine tra loro, separate solo da vie anguste e malagevoli scalinate. Il castello è dominato dalla rocca, chiusa da un portone trecentesco. Dall’altra parte del paese invece si trova la chiesa parrocchiale, che conserva a tratti ancora mura del 1300; nella chiesa è conservato un crocifisso d’avorio realizzato dal Giambologna. Il paese è stato costruito così arroccato per poterlo meglio difendere dagli attacchi dei pirati, molto frequenti in quella zona.Tutta l’isola, infatti, è disseminata di torri di avvistamento; quella meglio conservata è quella del Campese, uno dei tre centri abitati dell’isola, situato al centro di un piccolo golfo.
Enogastronomia, sport e cultura
Giglio è un’isola, quindi nonostante siano sviluppate sia l’agricoltura che l’allevamento la maggiore risorsa rimane il pesce. Qui si possono assaggiare un gustoso cacciucco e il risotto di molluschi, che si accompagna bene con l’Ansonica, un vino D.O.C. prodotto in tutta la costa dell’Argentario di colore paglierino, che si produce in questa zona fin da tempi remoti.
Questo tipo di uva però (detta anche Insolia), si ritrova nella composizione di molti vini, ma anche nel Vermut e nel Marsala, grazie al sapore dolce.
Giglio è considerata una delle migliori mete dei sub italiani; nei suoi mari è possibile effettuare molte immersioni in realtà poco difficoltose ma molto interessanti, grazie alla presenza in questa acque di gorgonie rosse e gialle, oltre ad una ricca popolazione di stelle marine e alla presenza di qualche cavalluccio marino, pesce luna e pesce di San Pietro.
Nonostante il turismo sia una delle risorse fondamentali dell’isola, i maggiori eventi nell’isola restano le feste dei Santi patroni dei diversi centri abitati, che sono animate dal tradizionale Palio Marinaro, Palio degli Asini e la quadriglia, oltre a concerti, spettacoli e fuochi d’artificio.